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Pierre Gilles (1571-1646), svizzero, è stato pastore della chiesa riformata di Torre Pellice. È autore dell'Histoire ecclesiastique des Églises Reformées recueillies en quelques Vallées de Piedmont, autrefois appelées Églises Vaudoises ⇓, pubblicata nel 1644. Fonte fondamentale per la storia delle Valli Valdesi nel primo Seicento. Nel capitolo XLVI della sua opera viene raccontato come un gruppo di giovani valligiani venga bandito, la condanna sarà applicata dopo che per tre volte gli accusati non si presentaranno a processo, esattamente come accadrà al pastore Jean Lèger nel 1661.
Sempre dell'opera sopracitata di Pierre Gilles, riportiamo qui i capitoli XLIX, L e LI ⇓, dove si racconta la vicenda dei banditi, i "molti eccessi compiuti", come la cacciata del capitano Gallina da Bobbio. Il Gilles si sofferma sulla lunga trattativa con il Duca di Savoia per riportare la pace; la trattativa riprende: si promette la pace da parte ducale in cambio di una somma (2.500 ducatoni) che i valligiani devono pagare per gli eccessi. A fine settembre 1603 sono confermati gli accordi precedenti, viene concessa la grazia ai banditi "salvo a cinque espressamente nominati che erano esclusi per la gravità dei loro crimini". Il Gilles conclude l'episodio riferendo che poco alla volta anche i cinque banditi esclusi dalla grazia generale riceveranno una grazia particolare ma Daniel Cabriol, di Torre, "uomo valoroso e dotato di buone qualità, ma che si era trovato nel bando fin dall'inizio, essendo considerato come uno dei principali capi dei banditi", fu ucciso da un traditore mentre andava a trovare dei parenti fuori dal Piemonte.
Questo documento ⇓ del 29 settembre 1603 è particolarmente interessante perché, nel chiudere una fase conflittuale tra Duca e valdesi che durava da alcuni anni, elenca i nomi dei cinque banditi che non rientrano nella grazia generale che vale per tutti gli altri, questi sono: "Giovanni Fraschioto, Daniele Rollo d'Angrogna, Filippo Rosso del Vilaro, Daniel Chiarboneroto di Bobbio, et Giovanni Gassetto della Torre, attesa la gravezza de' loro delitti". Nella supplica valdese sono ricordati i nomi di altri banditi di quegli anni.
