Il Récit véritable de ce qui est arrivé depuis peu aus Vallées de Piemont ⇓ è un opuscolo di 47 pagine del 1655. In genere è attribuito a Jean Léger ma Balmas scrive che in realtà "chi sia l'autore del Récit véritable, allo stato delle ricerche, non è possibile stabilire"; di certo è scritto a caldo, nell'immediatezza degli avvenimenti. Sempre il Balmas: "Il Récit véritable si presenta come una pubblicazione semi-ufficiale, in quanto l'autore si proclama portavoce dei riformati". Il testo riporta i fatti fino alla fine del mese di aprile 1655. Scritto per un pubblico francese, attenua le responsabilità delle truppe francesi nei massacri. Si ammettono forma di resistenza valdese, imputandole allo stato di necessità.

La Relation veritable de ce qui s'est passé dans les persecutions et massacres faits cette année aux Eglises Reformées de Piemont, avec la refutation des calomnies dont les Adversaires de la verité taschent de les noircir ⇓ è stata scritta nel 1655. Ne esistono quattro versioni, la più completa ha 84 pagine. Sono edizioni stampate alla macchia, senza luogo nè editore. L'autore non è testimone oculare degli avvenimenti. Rispetto al Récit ⇓ sono riportati più episodi e più notizie. Testo definito dal Balmas "molto più energico del Rècit, di dichiarata controversia", riporta le notizie della resistenza valdese. Riportiamo l'edizione con il seguito (la Suite) della Relazione, perché vi si citano Gianavello e Jahier (Riunitisi in 7-800 circa sotto la guida del Capitano Bartolomeo Jahier e Giosuè Janavel, rientrarono nel loro paese e si impadronirono dei principali lughi delle suddette Valli ⇓, p. 72).

L'Avis de Paris ⇓ del 18 giugno 1655, pubblicato a l'Aja nelle Province Unite, è uno dei primissimi testi che cita la resistenza di Gianavello a Rorà. In questo documento Giosuè Gianavello è chiamato Ioseph Giannalot o Griannalot. È un testo interessante, perché emergono alcune informazioni diverse da quelle che si trovano nella tradizionale descrizione della resistenza di Rorà raccontata prima da Morland e poi da Léger.
Il testo si trova in La vera Relazione ⇓ curato da Enea Balmas e Grazia Zardini Lana per Claudiana nel 1987.

La vera Relazione di quanto è accaduto nelle persecuzioni e i massacri dell'anno 1655 ⇓ libro, edito da Claudiana nel 1987 e curato da Enea Balmas e Grazia Zardini Lana, è il testo di riferimento per le Pasque Piemontesi del 1655, per la ricchezza di fonti proprio di quell'anno, riprodotte, anche anastaticamente. Si trova ancora alla Claudiana. Ne riproduciamo l'indice.

Samuel Morland ⇓ (1625-1695), inviato da Cromwell come ambasciatore per seguire il corso degli eventi e per intervenire a favore dei valdesi nel 1655, pubblica nel 1658 The History of the Evangelical Churches of the Valleys of Piemont. Containing a most exact Geographical Description of the Place, and a faithfull Account of the Doctrine, Life, and Persecutions of the Ancient Inhabitants. Together, with a most naked and punctual Relation of the late Bloudy Massacre, 1655. And a Narrative of all the following Transactions, to the year of Our Lord, 1658 ⇓. È un testo fondamentale perché rilancia a livello europeo la vicenda del massacro delle Pasque Piemontesi. In questo libro di ottocento pagine, ricchissimo di materiali, compaiono le immagini, poi riprese dal Léger, del massacro del 1655, contribuendo a fissarle nella memoria collettiva dell'Europa protestante. Qui proponiamo le pagine che sono dedicate a Gianavello e a Jahier. Da notare che, quando appaiono, Gianavello non è ancora stato bandito per la seconda volta, ed è un suddito del Duca di Savoia.
L'opera ⇓ del Morland è anche disponibile per intero.

I due volumi della Histoire générale des Églises evangéliques des vallées de Piémont ou vaudoises ⇓ sono stati pubblicati da Jean Léger ⇓ a Leida, nei Paesi Bassi, nel 1669 (ne esiste una edizione anastatica pubblicata da Arnoldo Forni Editore nel 1980). Léger ripercorre la storia dell'origine dei valdesi, descrive con ricchezza di particolari le valli e le diverse parrocchie, riproduce alcuni manoscritti medievali, narra le molte persecuzioni subite dalle comunità, fino a quelle recenti di cui era stato testimone, protagonista e vittima. I volumi presentano un apparato iconografico insolitamente ricco: una grande carta delle valli e molte incisioni che raffigurano la repressione del 1655: incendi, distruzioni, torture, in gran parte tratte dall'opera del Morland.
Più che opera storiografica, occorre riconoscere ai volumi di Léger il carattere di testi "propagandistici", nel senso più alto del termine, per difendere la causa valdese. Resta comunque il testo di riferimento e una fonte di prima mano per gli avvenimenti delle Pasque Piemontesi, della resistenza valdese di Jahier e Janavel e per il periodo successivo al trattato di Pinerolo fino alla Guerra dei banditi. In appendice una interessante autobiografia dell'autore.
Viene qui stralciato il capitolo XI ⇓, pubblicata a Leyda in Olanda nel 1669. Questo capitolo ha per protagonista le vaillant Capitaine Josua Janavel ⇓ e la sua resistenza nel 1655. Nell'ultima pagina riportata compare l'organigramma completo della resistenza valdese: Les Officiers des Vallèes, dont Dieu s'est servi pour leur délivrance et ces conjonctures, et dont le nom doit estre en benediction à la posterité ⇓.
Si può notare che al primo posto sono collocati Bartolomeo e Giacomo Jahier di Pramollo, Gianavello delle Vigne di Luserna è al secondo posto.