Storia fino alle Pasque Piemontesi (1655)
Testi sabaudi dei secoli successivi
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Alexandre de Saluces (Torino 1775-1851) pubblica nel 1818 a Torino la sua Histoire militaire du Piémont ⇓. È stato Cavaliere dell'Annunziata e Senatore del Regno. Riproduciamo il capitolo LXI dedicato alle vicende del 1655. Gianavello qui diventa "Fanavel" e Jahier diventa "Faver" (per un evidente errore tipografico). Janavel guida gli insorti (a cui va comunque, per il de Saluces, la responsabilità del violento attacco del Pianezza).
La Storia d'Italia continuata da quella del Guicciardini sino al 1789 ⇓, scritta tra l'aprile del 1826 e l'ottobre del 1830 è l'ultima opera di Carlo Botta ⇓. Riportiamo qui le pagine del libro XXV Vol. 8 dedicate alle Pasque Piemontesi del 1655. Durissimo l'attacco del Botta al Léger
un uomo, che di costume, non solamente torbido, ma perverso essendo, anteponeva l'insaziabil brama, che il mondo parlasse di lui, alla felicità dei suoi consorti⇓. Ianavel e Iayer guidano la resistenza valdese:
più erano combattuti, più combattevano. L'intrepidità al resistere fu nei Valdesi, che vi avevano per capo Ianavel, e che credevano meritorio il morire in sì santa opera, piuttosto miracolosa che meravigliosa⇓. Botta accusa di falsità la narrazione del Léger delle vicende del 1655. Difende l'opera del Marchese di Pianezza che certo
infierì egli certamente contro i combattenti, ma a modo di guerriero, non d'assassino e di boia⇓.
Ercole Ricotti ⇓ (1816-1883), docente di storia moderna, nell'Università di Torino, senatore del Regno dal 1862, pubblica la sua Storia della Monarchia piemontese ⇓ in sei volumi (Firenze 1861-1869).
Qui riproduciamo il secondo capitolo del sesto volume che Ricotti dedica alle Pasque Piemontesi del 1655. La ricostruzione storica è dichiaratamente di parte sabauda, i valdesi
Qui riproduciamo il secondo capitolo del sesto volume che Ricotti dedica alle Pasque Piemontesi del 1655. La ricostruzione storica è dichiaratamente di parte sabauda, i valdesi
decisero di non obbedire ai comandi del Principe, resistere colle armi in mano⇓. Il Ricotti racconta di come
seguì alla rovina delle genti del Villar e di Bobbio quella di Rorà, paesetto di 25 fuochi. Si era esso serbato incolume col favore d'un salvacondotto concesso dal Marchese di Pianezza a condizione che stesse queto. Ma si perdette per l'audacia d'un Giosuè Gianavello che, messosi a capo d'una banda d'uomini arrischiati, occupò la contrada e scorse ad assalire i cattolici di Luserna⇓. Il Ricotti ricostruisce la storia della resistenza valdese organizzata da Giacomo Giajero e da Gianavello.
Il Claretta ⇓ nel 1877 dà alle stampe la Storia del Regno e dei tempi di Carlo Emanuele II Duca di Savoia ⇓ in tre volumi. Qui riportiamo i capitoli dedicati alla guerra del 1655.