Storia fino alle Pasque Piemontesi (1655)
Testi riformati dei secoli successivi
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Jacques Brez ⇓ (1771-1798), così viene descritto da Bruna Peyrot: "un pastore valdese illuminista", secondo lo storico F. Venturi (BSSV n. 120 del 1966), che identificava Dio con "l'Essere supremo", definisce GianavelIo un "intrepido" che
ha fatto mordere la polvere a un gran numero di nemici⇓ (Histoire des Vaudois… Paris, Ledere, 1796, p. 166). Riportiamo i capitoli XII e XIII ⇓ della sua Histoire des Vaudois ⇓, pp. 159-178, sulle vicende delle Pasque Piemontesi.
Secondo Bruna Peyrot, William Stephen Gilly ⇓ (1789-1855), ottocentesco benefattore inglese dei valdesi, definisce Gianavello "eroico", riflette, ritraendo Gianavello, le speranze liberali delle rivoluzioni europee del 1848, di cui la storia valdese sembra anticipare le lotte per la libertà di coscienza. Del Narrative of an excursion ⇓ riportiamo il capitolo IX ⇓ (pp. 189-199) sulle gesta di Gianavello.
Beattie (1793-1875), scrittore scozzese, definisce Gianavello "capo patriota" nella sua opera Les Vallées Vaudoises pittoresques ⇓, Paris, Ferrier, 1839, pag. 56. Come William Stephen Gilly la figura del Gianavello riflette le speranze liberali delle rivoluzioni europee del 1848. Qui riportiamo un brano del suo libro ⇓ (pp.51-60, II parte) che riguarda appunto il Gianavello.
Antoine Monastier ⇓ (nato ad Angrogna nel 1774 e morto a Losanna nel 1852), pastore, pubblica a Losanna la sua Histoire de l'Eglise vaudoise depuis son origine et des vaudois du Piémont jusqu'à nos jours ⇓, in due volumi, nel 1847. Riportiamo qui il capitolo XXIII dedicato alle Pasque Piemontesi e alla resistenza valligiana.
Del pastore Valdese Giovanni Giacomo (Jean Jacques) Parander ⇓ (6 febbraio 1824 - 28 luglio 1910) e professore del Collegio Valdese di Torre Pellice dal suo Abrégé de l'histoire des Vaudois depuis les temps les plus reculés jusqu'à l'an 1871 ⇓, Pinerolo, Chiantore, 1872, si riportano i capitoli XXX-XXXIV sulle vicende delle Pasque Piemontesi.
In ambito protestante fu Emilio Comba ⇓ (1839-1904) a iniziare il vaglio scientifico delle fonti alla base della storiografia valdese, scatenando un'annosa questione: l'origine apostolica dei valdesi, una leggenda importante per l'universo simbolico degli eretici sin dal XII secolo, ma priva di fondamento reale. Egli paragonò l'epopea di Gianavello ai tempi dei Giudici di Israele e il condottiero a colui che "non si contentava di stare sulle difese" (Storia dei Valdesi ⇓, Firenze, Claudiana, 1893, p.188).
Del testo Histoire des Vaudois, refaite d'après les plus récentes recherches ⇓ del pastore metodista Teofilo Gay ⇓, Presidente della Sociétè d'Histoire Vaudoise tra il 1910 e il 1912, stampato a Firenze nel 1912 dalla Claudiana, riportiamo il capitolo dedicato a
Janavel et ses compagnons (1655-1664)⇓.
Jean Jalla (1868-1935) pubblica nel 1922 a Pinerolo questo suo Histoire des Vaudois des Alpes et de leurs colonies ⇓. Riproduciamo il capitolo ⇓ dedicato a Gianavello.
Nel 1933 Jean Jalla pubblica questa Storia aneddotica dei Valdesi del Piemonte ⇓. Ne pubblichiamo le pagine dedicate alla figura di Gianavello. Da notare a pag. 111 una immagine di Gianavello tratta dal film "Fedeli per secoli" del 1924. Abbiamo anche scelto le pagine dedicate all'altro capo della guerriglia valdese del 1655, Bartolomeo Jahier, morto durante l'assalto a Osasco, e il ritratto di Léger.
Il Conte di Marolles contro Janavel e Jahier ⇓ è un articolo di Augusto Armand Hugon pubblicato sul Bollettino della Società di Studi Valdesi n. 98 nel 1955. Interessantissimi gli allegati che contengono la trascrizione della corrispondenza (seppur incompleta) del Conte di Marolles con Madama Reale della corte ducale del periodo giugno-agosto 1655, cioè il momento della resistenza e della riscossa valdese che segue ai massacri delle Pasque Piemontesi.
© Società di Studi Valdesi (pubblicato su questo sito per gentile concessione)
© Società di Studi Valdesi (pubblicato su questo sito per gentile concessione)
Del secondo volume del libro Storia dei Valdesi ⇓ di Augusto Armand Hugon, pubblichiamo qui il capitolo dedicato alle Pasque Piemontesi del 1655.